SAN SECONDO

Un viaggio tra favole e miti in castello. Visitare la Rocca dei Rossi di San Secondo Parmense è una scoperta affascinante e punto di partenza di un itinerario fra storia, cultura ed enogastronomia.

La Rocca, al centro del paese, prende origine dal nucleo quattrocentesco voluto da Pier Maria Rossi, poi trasformato nel corso del XVI secolo in signorile residenza monumentale. Conserva un impianto decorativo sontuoso, un autentico archivio illustrato delle vicende dei Rossi , una delle famiglie più illustri del Parmense: all’interno si trova la Sala delle Gesta rossiane,  teatro ancor oggi di suggestivi momenti del Palio delle Contrade, che si svolge ogni anno a giugno. La Rocca custodisce interventi artistici di allievi di Giulio Romano, Baglione, Samacchini, Bertoja, Procaccini. Fra gli affreschi conservati trovate il racconto, in 17 riquadri, dell’ “Asino d’Oro”, famosa favola dello scrittore latino  Apuleio.

 

Passeggiando per le vie del centro storico, si rivivono gli spazi degli antichi “borghi”, costituiti da abitazioni a schiera tipiche medioevali, con ingressi bassi e piccoli, e portici legati alla struttura sociale dell’epoca, prettamente artigianale e monofamiliare. Intorno alla Rocca incontrate importanti edifici e strutture religiose di pregio storico-artistico, come la Chiesa Collegiata della Beata Vergine Annunziata. Posta al centro del paese, fu costruita attorno al 1450 per volere di  Pier Maria II de Rossi. 

 

Originariamente a una sola navata, a croce latina, nel 1700 viene rimaneggiata ed allargata. La chiesa subì poi un importante restauro nel 1854, e nel 1864 venne invece rifatta la facciata su disegno dell’architetto parmigiano Pancrazio Soncini. Significativa la quadreria al suo interno, tra cui spiccano i nomi dei pittori Pier Antonio Bernabei, Giovanni Sons e Antonio Bresciani.

Durante la passeggiata incontrate, ubicato lungo l’asse viario principale del paese, l’Oratorio di San Luigi o del Riscatto, eretto tra il 1717 e il 1728. La pianta della chiesa è a croce greca, e l’interno è arricchito da eleganti paraste allineate, chiuse da capitelli corinzi e da delicati medaglioni tondi. Completano l’arredamento, un bellissimo altare in legno intagliato e dorato di stile neoclassico e raffinate tribune in legno dipinto. Prende anche il nome di Oratorio di  San Luigi  dalla statua del santo, figlio del duca di Mantova, che si trova al suo interno.

 

Autentico gioiello è l’Oratorio della Beata Vergine del Serraglio: fu costruito intorno al 1670, ma già dopo una decina di anni, fra il 1685 e il 1687, venne ampliato per volontà del conte  Scipione I de’ Rossi . Alla sua riedificazione e decorazione vi lavorano il Bibbiena, al secolo Ferdinando Galli, che si occupò della struttura e della decorazione delle pareti, e Ferdinando Ricci che si interessò della decorazione della cupola.

 

Nel centro del paese trovate l’Ospedale della Misericordia: commissionato dal conte Federico I nel 1630 per dare assistenza agli appestati, durante la famosa peste di manzoniana memoria descritta nei “Promessi sposi”, di recente è stato completamente ristrutturato.

 

S. Secondo aveva anche un teatro. Edificato a partire da 1853, aveva il sipario dipinto da Girolamo Magnani, scenografo prediletto di Giuseppe Verdi. Nel 1928 l’edificio subì un primo intervento per la trasformazione in cinema: fu abolito il palcoscenico mentre intorno alla seconda metà degli anni Cinquanta vennero distrutti i palchi per aumentare la capienza del cinema, funzione che mantenne sino alla prima metà degli anni Ottanta del secolo scorso. Rimangono della struttura originale, la facciata neoclassica, dove si possono vedere ancora i bassorilievi in gesso rappresentanti Verdi e Rossini.

 

Inserita nella suggestiva campagna sansecondina, si trova invece la Pieve romanica di San Genesio, risalente al IX secolo. Danneggiata da un’alluvione del torrente Taro nel XIII secolo, fu più volte ricostruita. Ormai fatiscente e prossima al crollo, venne salvata nel 1967 con un intervento di restauro che ripristinò la pieve nella sua configurazione originaria.

A San Secondo rivive anche l’antica arte olearia nel Museo Agorà Orsi Coppini.

 

Inserito nella rete dei “Musei del cibo”, nasce grazie alla passione per l’olivo di Anita e Americo Coppini, oliandoli dal 1946, e che continua a vivere oggi, dopo tre generazioni, nel cuore della famiglia Coppini. Antichi documenti d’archivio testimoniano che l’olivo era coltivato nel Parmense fin dal XII secolo. La famiglia Orsi Coppini ha voluto dedicare a questo straordinario alimento un luogo specifico per poterlo meglio conoscere e apprezzare, attraverso un percorso emozionale in cui l’extravergine diventa parola, cultura che si può assaporare. All’interno del museo si articolano molteplici spazi dedicati alla storia dell’olio e ai sistemi di produzione più antichi, insieme ad una grande “Agorà tra gli ulivi”: un teatro all’aperto in un parco naturale costellato di ulivi secolari, unico nel suo genere, attrezzato per concerti, spettacoli ed eventi.

 

Fra gli eventi di spicco a San Secondo, sicuramente vi è “Il Palio delle Contrade” che ripropone la rievocazione storica del matrimonio del Conte  Pier Maria III de’ Rossi  con  Camilla Gonzaga , svoltosi nel 1523 . Le contrade che si contendono il palio sono sei e si svolge il primo fine settimana di giugno: il venerdì si accende di vita la notte, con la gara dei gruppi dei musici e sbandieratori, e la cerimonia del cero votivo; il sabato, l’arrivo dei Conti, con il corteo storico e l’inizio dei festeggiamenti con i banchetti propiziatori nelle contrade. Domenica infine il grande corteo storico e la disputa della quintana ( che si corre con anelli fra i più piccoli d’Italia, di soli 3 cm) dove si aggiudica il palio alla contrada.

 

E’ invece la riproduzione moderna della millenaria festa d’agosto, la “Fiera della Spalla di San Secondo e della Fortanina”. Con molta probabilità infatti la festa campestre era celebrata presso la Pieve di San Genesio il 25 agosto, per poi spostarsi presso la Rocca dei Rossi: ed è lì che la ritroviamo menzionata nel 1571, chiamata con il nome di “Fiera di San Genesio”. Dal 1956 la fiera ha preso la denominazione di “Fiera della  Spalla di San Secondo  e della Fortanina” e si celebra nel week end dell’ultima domenica di agosto, dedicandola alla Spalla di San Secondo, salume tipico e famoso fin dal 1170, epoca in cui figura quale prezioso corrispettivo dei coloni ai canonici della chiesa. Anche Giuseppe Verdi ne era un grande estimatore.

Prelibatezza che ben si sposa con un vino frizzante e sanguigno, la Fortanina, che trova il suo habitat ideale proprio nelle “terre forti” di queste zone.