Breve Introduzione sulla storia di Fidenza e di San Donnino
Donnino nacque probabilmente verso la metà del II sec d. C. Non ci sono certezze sul luogo della sua nascita; alcuni studiosi sostengono che sia nato nella zona della Tebaide in Egitto, mentre altri, e questa è l’ipotesi più credibile, affermano che fosse romano. Donnino era ” cubicularius” dell’Imperatore romano Massimiano, cioè aveva il compito di custodire la corona del sovrano e di porla sul suo capo nelle grandi occasioni. L’Imperatore Massimiano vedeva nella fede cristiana un fattore di instabilità per l’Impero e quindi ricorreva alla tortura per piegare i cristiani. Donnino, che professava tale religione, tentò di fuggire verso Roma ma venne raggiunto dai soldati dell’Imperatore che gli tagliarono la testa presso il torrente Stirone: si narra che fosse il 9 ottobre del 293 d. C.. Secondo la leggenda, dopo la decapitazione, Donnino oltrepassò lo Stirone con la testa fra le mani e poi si accasciò a terra. Oggi in quel luogo si trova il cuore della cripta del Duomo. Attualmente, le reliquie del martire, sono conservate in un’urna posta sotto l’altare della Cripta dove ancora oggi sono visibili e venerate. Ogni anno, il 9 ottobre, data di morte presunta del Patrono, si ricorda con una grande festa, la famosa fiera di San Donnino, il martirio del Santo. Tanta era la devozione della città nei confronti del Santo, che per secoli il suo nome fu proprio Borgo San Donnino: tale nome rimase fino al 1927, quando a seguito di un decreto governativo, si decise di ripristinare il nome di Fidenza.
La Fiera di San Donnino tra fine Ottocento e prima metà del Novecento
La fiera di San Donnino è una festa popolare molto sentita e partecipata, che vanta una lunga tradizione. In questa occasione la tradizione prevede l’uscita del cosiddetto “Numero Unico, “fogliaccio” satirico di Fidenza.
Qui, desideriamo riportare un passo della prima edizione del Numero Unico, (datata 9 ottobre 1898) in cui si spiegano i motivi della pubblicazione di un giornale nel giorno della sagra: ” Perchè pubblicare questo Numero Unico? Si tratta di un’usanza diffusa in numerose città d’Italia e consiste nel pubblicare nel giorno della massima solennità un giornale che riproduca la vita del popolo in quel dato luogo e in quel momento. Durante il giorno di S. Donnino il paese si presenta sotto un aspetto veramente tipico. La festa è attesa da tutti con una certa impazienza… le belle strade di Borgo si popolano di una folla immensa, irrequieta, chiassosa, che produce un’animazione e un’allegria affatto insolita e rende tutti di buon umore”.
Proponiamo inoltre un passo dall’edizione del 1901 del Numero Unico, in cui si racconta dell’organizzazione e delle usanze della fiera di San Donnino: ” Il giorno della sagra era un avvenimento d’importanza. Già da qualche giorno prima si erano fatti nelle piazze impianti di baracconi di ogni genere, buoni per tutti i gusti: panorami, giostre, mostre di animali più o meno esotici, saltimbanchi, giocolieri e musici. Tutti avevano una cosa in comune: un fenomenale appetito e una sete inestinguibile di vino buono”.
Nel Novecento, durante la sagra di San Donnino, si aveva l’abitudine di chiudere a chiave le porte degli appartamenti, per timore della carovana degli zingari. In occasione delle sagre cittadine venivano confezionati gelati. La fiera era particolarmente sentita nel quartiere Oriola, quartiere centrale del Borgo. I baracconi inizialmente erano in ogni parte del paese ed inoltre per festeggiare il patrono venivano organizzati giochi di quartiere tra cui, ad esempio, l’albero della cuccagna e la corsa con le rane nelle carriole. Dopo le prime ristrutturazioni e la scomparsa del “Pozzone”, posto accanto alla Torre Medievale, il vasto prato del quartiere Oriola divenne ” il prato dei divertimenti”.
La Fiera di San Donnino ai giorni nostri
Anche attualmente la fiera è molto sentita. Annualmente in periodo di sagra vengono organizzati numerosi eventi tra cui ad esempio: concerti, mostre, incontri, visite guidate, vendita di prodotti tipici. In tutte le vie e nelle piazze principali sono presenti bancarelle. Inoltre non si può dimenticare la passione per la buona cucina, celebrata durante la festa con la degustazione di un buon piatto di anolini, come vuole la tradizione. Tutto ciò contribuisce ad attirare non solo i fidentini, ma anche persone dalla provincia o addirittura da fuori regione.