POLESINE ZIBELLO

Tra nebbia e culatelli. Polesine Zibello è un caratteristico paese rivierasco del Po, caratterizzato da un fitto reticolo di canali e strade, abbracciato dagli alti argini e da morbide zone golenali dove è possibile anche pedalare in bicicletta.

Nato pochi anni fa dalla fusione di due distinti comuni (Polesine e Zibello appunto), è il regno del Culatello, salume pregiatissimo di grande tradizione, fiore all’occhiello dell’enogastronomia parmense ed emiliana, noto in tutto il mondo. Il Culatello di Zibello, prodotto a marchio Dop, nasce solo qui, dove il territorio è perfetto per la lavorazione del maiale. 

Il paesaggio è quello classico del “Grande Fiume”: pioppeti e meandri si alternano a punti di sosta attrezzati e attracchi fluviali dedicati al turismo e allo sport, e ad aree naturalistiche di pregio. Il Culatello è patrimonio e ricchezza di questa particolare terra adagiata lungo il Po e avvolta dalla nebbia, che è fattore determinante, regime climatico insostituibile per la maturazione e la stagionatura del Re dei Salumi, la cui arte, tramandata da generazioni, racchiude in sé le tradizioni di una terra e della sua gente.

Feudo dei Pallavicino dal 1249, Zibello è rimasto sotto la loro influenza fino agli inizi dell’Ottocento e a loro si devono i principali monumenti eretti fra Quattro e Cinquecento: il Palazzo vecchio, caratterizzato dall’ampio porticato, che si affaccia sulla piazza principale; la chiesa parrocchiale dei Santi Gervaso e Protaso, costruita a partire nel XVI secolo in stile tardo-gotico, e l’ex convento dei Domenicani, innalzato fra il 1494 e il 1510, un ampio edificio che conserva un chiostro con affreschi nelle lunette. Oggi ospita il “Museo della civiltà contadina G. Riccardi”, che raccoglie la storia, i saperi del mondo agricolo, oggetti e ricordi della vita in campagna dalla seconda metà dell’Ottocento al Novecento. Si presenta suddiviso in sezioni dove trovano sviluppo singoli temi: la cucina; la “porta morta” (era quell’ambiente tipico delle case rurali che serviva da tramite fra l’aia, la stalla e l’abitazione colonica); la cantina; le attività artigianali. Ognuna di queste aree è narrata attraverso oggetti che tanti adulti di oggi, ma soprattutto i bambini, non conoscono.

 

Sempre nel Convento dei Padri Domenicani, al primo piano si trova il Museo “Il cinematografo”: un luogo dove il tempo sembra essersi fermato e dove sono ospitati diversi strumenti del pre-cinema, come dispositivi ottici e diaporami. Ogni stanza contiene pezzi se non unici, rarissimi e perfettamente funzionanti. Come un prassinoscopio francese del 1827, grammofoni degli anni ‘20 decorati a mano, lanterne magiche in rame.

 

Zibello vanta anche un piccolo ma prezioso teatro: ubicato all’interno del palazzo Pallavicino, è stato costruito alla fine del Settecento mentre nel 1827 fu dotato di 12 palchi con al centro un palco reale. Infine un loggiato superiore al secondo piano fu costruito nel 1872.

Nato su alcuni “polesini”, ossia le isolette trascinate dal Po durante ogni piena e poi saldatesi con la riva, anche Polesine era incluso nel feudo dei Pallavicino, munito di castello e di titolo di marchesato, prima di passare sotto il Ducato dei Farnese, mantenendo per lungo tempo un certo rilievo come porto commerciale fluviale e centro agricolo. Vicino al fiume, si trova l’Antica Corte Pallavicina, un vero e proprio castello sul Po. Palazzo trecentesco, fu usato alla fine del Settecento dalla duchessa Maria Luigia per insediarvi la sua guardia di frontiera a difesa dei traffici fluviali allora fiorenti. La Corte è stata restaurata di recente grazie alla famiglia Spigaroli che ha creato al suo interno un suggestivo relais, un’azienda agricola, un ristorante, ed il Museo del Culatello.

La visita all’Antica Corte inizia sorprendentemente dall’orto-giardino, si passa l’arco per entrare nell’ampio cortile dove una porticina permette di entrare nella suggestiva cucina, regno dello chef stellato Massimo Spigaroli, per poi proseguire nelle eleganti sale affrescate. Le cantine oggi sono piene di culatelli in fase di stagionatura: assolutamente da visitare il percorso dedicato al “Museo del Culatello e del Masalén”, un pezzo di storia che si rivive tra antiche mappe, immagini, cartoline curiose, filmati e oggetti legati alle tradizioni contadine. Il Museo ha anche un’estensione all’aperto chiamata “Po Forest”: un affascinante percorso nel bosco di golena che porta all’allevamento allo stato brado antiche razze locali, come i maiali neri di Parma. Nelle vicinanze della Corte sorge la  neoclassica   chiesa della Beata Vergine di Loreto : costruita nel 1846, il tempio è arricchito da due porticati  neogotici , eretti nel 1920 ai lati del sagrato, e dal campanile, che costituisce una riproduzione in scala ridotta del  torrazzo di Cremona.

Polesine e Zibello sono anche due tappe dell’evento voluto ed organizzato dalla Strada del Culatello, in cui saperi e sapori locali trovano una valorizzazione nel corso del mese di novembre. Sì, avete capito bene nebbia compresa, quell’elemento così importante per la realizzazione degli squisiti salumi locali e che dona al paesaggio un’atmosfera magica. Una kermesse capace di attirare nei quattro appuntamenti -“I Sapori del Maiale” (a Sissa), “Ti cuociamo Preti e Vescovi” (a Polesine ), “Piaceri e Delizie alla Corte di Re  Culatello ” (a Zibello) e “Armonie di Spezie e Infusi” (a Roccabianca)- visitatori da tutta Italia e non solo.

Se appena attraversate il Po sul versante cremonese, rimarrete affascinati dal “Museo Paleoantropologico del Po”. Fondato nel 1998 per opera del Gruppo Naturalistico Paleontofilo e del Comune di San Daniele Po (Cremona), il Museo rappresenta, per le tematiche trattate, una realtà unica nel panorama culturale del territorio. Al suo interno sono conservati importanti fossili rinvenuti lungo le rive del grande fiume; tra i resti di mammut, cervo megacero, bisonte e di altre specie di era glaciale, occupa un posto di rilievo l’osso frontale di un uomo di Neanderthal. Questo fossile, chiamato “Pàus”, rappresenta attualmente l’unica eccezionale testimonianza della presenza di questa specie in Pianura Padana.